Legge di Bilancio 2023 – Le novità in ambito lavoro
In base alle disposizioni contenute all’interno dalla bozza in attesa di approvazione da parte delle camere, la Legge di Bilancio per il 2023 introduce interessanti novità in ambito giuslavoristico con l’obiettivo di contrastare gli effetti della crisi. Le sue misure sono principalmente indirizzate ad aumentare il reddito netto a disposizione dei lavoratori a parità di retribuzione lorda.
In quest’ottica abbiamo la previsione di due interventi, uno diretto alla riduzione della tassazione dei premi di risultato ed un altro che prevede un taglio del cuneo fiscale.
Per quanto concerne il primo, all’articolo 15 della Legge di Bilancio 2023, viene prevista una riduzione dal 10% al 5% dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle somme erogate sotto forma di premio di produttività, il quale rappresenta un compenso aggiuntivo concesso dall’azienda ai lavoratori del settore privato, di ammontare variabile, legato ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione.
Il limite previsto per usufruire della tassazione agevolata è di 3.000 euro lordi all’anno, il quale può essere innalzato fino a 4.000 euro nel caso l’azienda coinvolga pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro secondo quanto stabilito dalla Legge 28 dicembre 2015, n. 208 al comma 189 dell’articolo 1. Tutto ciò risulta, inoltre, applicabile solo ai percettori di reddito da lavoro dipendente di un importo non superiore a 80.000 euro nell’anno precedente all’erogazione del premio.
Per quanto riguarda, invece, il taglio del cuneo fiscale, rappresentante la somma delle imposte e dei contributi che incidono sul costo del lavoro, il Governo vorrebbe introdurre un potenziamento dell’esonero contributivo per i redditi più bassi, prevedendo due fasce di decontribuzione così parametrate:
- Sgravio del 3% per i lavoratori con redditi sotto i 20.000 euro;
- Sgravio del 2% per i lavoratori con redditi sotto i 35.000 euro.
Un ulteriore aspetto che assume grande rilevanza in questo periodo storico è il calo delle assunzioni. In base ad uno studio Anpal, nel 2023 saranno circa il 17% in meno rispetto all’anno che si sta per concludere.
La nuova legge di Bilancio, quindi, per contrastare questo trend negativo, ha previsto una serie di
incentivi per
assumere nuovi lavoratori che ricadano in determinate casistiche a patto, però, che il datore di lavoro rispetti i seguenti principi:
- Diritto di precedenza;
- Possesso del DURC;
- Assunzione che non costituisce attuazione di un obbligo preesistente, stabilito da norme di legge o della contrattazione collettiva;
- Nessuna sospensione dal lavoro in atto che sia connessa ad una crisi o riorganizzazione aziendale;
- Assunzione che non deve riguardare i lavoratori licenziati nei 6 mesi precedenti da parte di un datore di lavoro che, al momento del licenziamento, presenti assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli del datore di lavoro che assume o utilizza in somministrazione, oppure risulta con quest’ultimo in rapporto di collegamento o controllo;
- Non deve effettuare nei 9 mesi successivi all’assunzione o stabilizzazione incentivata, allo stesso modo, licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo ovvero licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori inquadrati con la medesima qualifica nella medesima unità produttiva.
In particolare vengono riconosciuti sgravi se il lavoratore appartiene ad una delle seguenti categorie:
- Percettori di reddito di cittadinanza: per le assunzioni con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato è previsto l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro su base annua;
- Giovani under 36: esonero contributivo totale per un massimo di 36 mesi, sempre nel limite di 6.000 euro annui, per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni in questa forma di contratti a tempo determinato, a patto che i lavoratori non siano mai stati occupati a tempo indeterminato nel corso della loro vita lavorativa;
- Donne: esonero contributivo del 100%, nel limite di 6.000 euro annui, per le nuove assunzioni di donne lavoratrici svantaggiate, sia a tempo determinato che indeterminato, oltre che per le proroghe e trasformazioni del rapporto di lavoro. In questi ultimi due casi, però, il requisito dello svantaggio deve sussistere alla data di assunzione della lavoratrice e non a quella dell’eventuale proroga o trasformazione. Nel caso in cui, invece, non sia stato beneficiato dell’incentivo per la precedente assunzione a termine, è sufficiente che sia soddisfatto il requisito al momento della trasformazione a tempo indeterminato.
La bozza della Legge di Bilancio sembra dunque voler puntare sul lavoro come forza motrice per ridurre gli effetti della crisi che sta colpendo il nostro Paese, avendo un occhio di riguardo per le categorie che più la subiscono.
Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso 21 novembre e la bollinatura da parte della Ragioneria Generale, in questi giorni il Parlamento è chiamato all’approvazione definitiva che dovrebbe intervenire nei prossimi giorni.
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