BILANCIO E SOSTENIBILITÀ: NUOVI OBBLIGHI GIÀ A DECORRERE DAL 2025
Con il nuovo anno, cresce il numero delle aziende italiane che si troveranno a fare i conti con il tema ESG. Infatti, questo sarà il primo esercizio al quale si applicherà la nuova disciplina sul “Bilancio di Sostenibilità”.
Il D. Lgs. n. 125/2024 ha recepito all’interno dell’ordinamento italiano la Direttiva n. 2022/2464, riguardante la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), estendendo, già per i report pubblicati dal 1° gennaio 2026 (anno fiscale 2025), l’obbligo della rendicontazione di sostenibilità a tutte le grandi società (imprese che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
- attivo di stato patrimoniale superiore a € 25 milioni;
- ricavi netti superiori a € 50 milioni;
- numero medio di dipendenti durante l’anno finanziario superiore a 250).
A decorrere dal 1° gennaio 2027 (anno fiscale 2026) l’obbligo sarà esteso alle piccole e medie imprese quotate, agli istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e alle imprese di assicurazioni e riassicurazione dipendenti da un Gruppo (“captive”) con:
- numero medio di dipendenti durante l’esercizio: non inferiore a 11 e non superiore a 250;
- attivo di stato patrimoniale: superiore a € 450 mila e inferiore a € 25 milioni;
- ricavi netti: superiore € 900 mila e inferiore a € 50 milioni.
Inoltre, tra le principali novità introdotte dalla nuova Direttiva richiamiamo:
- L'aumento delle informazioni da fornire rispetto alla precedente disciplina, in particolare riferite a modelli e strategie aziendali, ruoli degli organi sociali, obiettivi e politiche dell’impresa, in relazione ai temi di sostenibilità;
- L’obbligo di collocazione dell’informativa nella relazione sulla gestione;
- Il principio della doppia materialità, in quanto le imprese saranno tenute a specificare i principali impatti legati alle attività dell'impresa e alla sua catena del valore sulla società e sull’ambiente (prospettiva inside-out) e i rischi e le opportunità dei fattori di sostenibilità che influenzano lo sviluppo e la performance aziendali (prospettiva outside-in);
- L’integrazione degli aspetti ESG lungo la catena del valore, poiché le imprese dovranno includere anche informazioni su impatti materiali, rischi e opportunità connesse all’intera catena del valore, quali risultanti delle attività di due diligence e dell’analisi di materialità;
- L’introduzione di standard di rendicontazione europei. Infatti, al fine di rendere l’informativa comparabile ed omogenea, sono stati adottati degli standard europei di informativa sulla sostenibilità (ESRS), elaborati dallo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), che dovranno essere utilizzati dalle imprese soggette alla direttiva.
Pertanto, il Bilancio di Sostenibilità si sostanzia in uno strumento di rendicontazione attraverso il quale un’organizzazione può descrivere e quantificare gli impatti ESG
(Environmental, Social and Governance) prodotti dalle proprie attività e che interessano i principali stakeholder, oltre che illustrare i principi e i valori cui è improntata l’attività imprenditoriale, evidenziando come la stessa contribuisca alla
“sostenibilità” della catena del valore, individuando cambiamenti ed obiettivi utili a migliorare la propria performance in termini di sostenibilità nel breve, medio e lungo periodo.
Il processo di redazione del Bilancio di Sostenibilità, detto anche
“processo di reporting”, si compone delle seguenti fasi:
Analisi preliminare
Nella prima fase, la società individua le entità da includere nel perimetro di rendicontazione, svolge un’analisi del contesto normativo, dei principi e degli standard di reporting applicabili al settore ed esamina il posizionamento attuale dell’organizzazione rispetto alle tre dimensioni della sostenibilità
(Environmental, Social and Governance).
Analisi di materialità
I contenuti che caratterizzano il Bilancio di sostenibilità sono relativi ai temi rilevanti (c.d. temi materiali), ovvero le tematiche che riflettono gli impatti economici, ambientali e sociali significativi dell’organizzazione o che influenzano in modo profondo le valutazioni e le decisioni degli stakeholder (c.d. materialità di impatto).
La CSRD allarga l’analisi aggiungendo alla materialità di impatto anche quella finanziaria, nel processo che prende il nome di doppia materialità. L’identificazione delle tematiche ESG su cui incentrare la rendicontazione richiederà alle aziende anche di identificare e valutare le implicazioni connesse ad una gestione più o meno efficace degli aspetti ESG sulla resilienza e sulla business continuity dell’Organizzazione (
“financial materiality”).
Mappatura degli Stakeholder
La mappatura degli stakeholder consente all’azienda di identificare gli stakeholder chiave e di seguire la modalità adeguata di ingaggio per ottenere una matrice di materialità che tenga conto dei loro interessi: occorre dunque individuare i soggetti verso i quali l’organizzazione ha responsabilità legali, finanziarie e operative formalizzate in regolamentazioni, contratti, politiche aziendali o codici di condotta.
Le modalità di interazione verranno selezionate in funzione della significatività e delle caratteristiche dello stakeholder, delle risorse disponibili, del livello di coinvolgimento desiderato e/o possibile e del valore aggiunto che si ritiene di poter generare dall’interlocuzione.
Indicatori di performance, raccolta ed elaborazione dei dati
Gli indicatori di performance o Key Performance Indicator (KPI) sintetizzano l’impatto ESG dell’attività imprenditoriale (a titolo esemplificativo, il consumo di energia interno ed esterno dell’organizzazione, le emissioni di gas a effetto serra, la percentuale di nuovi fornitori selezionati utilizzando criteri basati sugli impatti sulla società, ecc…). Una volta individuati i KPI, la società predispone gli strumenti e i processi per un’efficace raccolta ed elaborazione dei dati.
Redazione e pubblicazione del Bilancio di Sostenibilità
Il documento finale deve trovare spazio nella Relazione sulla Gestione, in apposita sezione e, una volta validato, il report viene pubblicato e diffuso a tutti gli stakeholder interessati.
La presente Tax and Job Letter non costituisce un parere professionale ed ha esclusivamente natura di prima informativa. Le informazioni possono essere non aggiornate o incomplete. Per ulteriori informazioni o approfondimenti si invita a prendere contatti con:
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